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In merito all’infortunio del neo acquisto della Juventus Paul Pogba si è espresso in questi giorni l’esperto dottore Matteo Vitali, ortopedico dell’Unità di Ortopedia e Traumatologia all’Ospedale San Raffaele.
Pogba dovrà operarsi?
«Lo dirà la risonanza. Il ginocchio ha due menischi, uno interno e uno esterno. Lo armonizzano e stabilizzano. L’infortunio più frequente è a quello interno, i dati parlano addirittura di oltre l’80% dei casi. All’esterno è più raro, e dunque anche più rognoso e più complicato da gestire».
Come nel caso di Pogba?
«Oggi la chirurgia ci permette di giocarcela bene. La cosa essenziale è un’altra: bisogna fare la giusta diagnosi e scegliere la tipologia adatta di intervento».
Tra quali?
«Tre i tipi: terapie rigenerative, sutura meniscale o meniscectomia. La prima è una scelta conservativa, valida se si non si vuole essere da subito aggressivi, e la si fa se la sintomatologia è lieve e la lesione in una zona non di carica. In quel caso si fanno inflitrazioni intrarticolari di tessuto prelevato dal sangue o dal grasso che mirano a disinfiammare e rigenerare il tessuto. Il paziente sta fermo qualche giorno e poi riprende in dieci, quindici giorni».
Ma per Pogba si parla di intervento.
«Se la lesione è in una zona molto vascolarizzata si può optare per la seconda tipologia di intervento, che è chirurgico, ed è la sutura meniscale. In pratica non vai a togliere il menisco, ma lo vai a cucire».
Oppure?
«La meniscectomia, il trattamento che face Baresi a Usa ’94, per capirci. Vai a togliere il frammento che non è riparabile. E dopo, il paziente non ha più male, in due o tre giorni cammina e in quaranta giorni può tornare. C’è un rischio: togli una struttura che stabilizza e poi il ginocchio può andare incontro a cedimenti o artrosi precoce».
E allora cosa è meglio?
«Ci sono pro e contro: il vero problema è valutare bene il tipo e la sede di lesione e sintomatologia. Pogba negli ultimi cinque anni purtroppo ha perso molti minuti a causa di infortuni. Bisognerà valutare la componente posturale per evitare ricadute».